Per vivere il GIUBILEO
Notizie e indicazioni per l’Anno Santo 2025 /23° parte
Una speciale medaglia commemorativa
Finito lo scisma d’Occidente, Martino V indisse l’Anno Santo per il 1425, introducendo due novità: la coniazione di una speciale medaglia commemorativa e l’apertura della Porta Santa a San Giovanni in Laterano.
Secondo quanto stabilito da Urbano VI, il nuovo Giubileo si sarebbe dovuto celebrare nel 1433, ma non fu così.
Solo sotto il pontificato di Nicolò V venne indetto un Giubileo per il 1450.
Paolo II, con una Bolla del 1470, stabilì che in futuro il Giubileo si svolgesse ogni 25 anni.
Ad indire il successivo, nel 1475, fu Sisto IV: per questa occasione il Papa volle che Roma fosse abbellita con nuove importanti opere, tra cui la Cappella Sistina e il ponte Sisto sul Tevere.
In quel tempo, a Roma, lavorarono i più grandi artisti dell’epoca: Verrocchio, Signorelli, Ghirlandaio, Botticelli, Perugino, Pinturicchio, Melozzo da Forlì.
La riforma protestante
Nel 1500 Alessandro VI volle che le porte Sante delle quattro basiliche venissero aperte contemporaneamente, riservando a sé l’apertura della Porta Santa di San Pietro.
Clemente VII aprì solennemente, il 24 dicembre 1524, il nono Giubileo, nel quale si cominciava ad avvertire la grande crisi che di lì a poco avrebbe investito l’Europa con la riforma protestante.
Ad indire il Giubileo per il 1550 fu Paolo III ma ad aprirlo fu Giulio III.
Il notevole afflusso di pellegrini provocò non pochi problemi di assistenza, cui provvide in modo particolare San Filippo Neri con la “Confraternita della Santa Trinità”.
Nel 1575, sotto il pontificato di Gregorio XIII, confluirono a Roma oltre 300.000 persone da tutta l’Europa.
I successivi Anni Santi del XVII secolo furono indetti da Clemente VIII (1600), Urbano VIII (1625), Innocenzo X (1650), Clemente X (1675).
Opere caritative
A Innocenzo XII, promotore del Giubileo nel 1700, è legata una delle maggiori opere caritative di Roma: l’ospizio di san Michele a Ripa.
Intanto, crescevano le iniziative per venire incontro alle esigenze dei pellegrini, come accadde anche nel 1725, sotto il pontificato di Benedetto XIII.
Predicatore instancabile nell’Anno Santo del 1750 (indetto da Benedetto XIV) fu San Leonardo da Porto Maurizio, che eresse nel Colosseo 14 edicole per il pio esercizio della Via Crucis e una grande croce in mezzo all’arena.
Clemente XIV promulgò il Giubileo per il 1775 ma non poté aprirlo perché morì tre mesi prima dell’apertura solenne (al quale provvide il nuovo pontefice Pio VI).
La difficile situazione della Chiesa al tempo dell’egemonia napoleonica non permise a Pio VII di indire un Giubileo per il 1800.
L’occupazione di Roma
Oltre mezzo milione di pellegrini giunse a Roma nel 1825: Leone XII sostituì per le consuete visite dei fedeli la basilica di San Paolo fuori le mura, distrutta dall’incendio del 1823, con la basilica minore di Santa Maria in Trastevere.
Venticinque anni dopo lo svolgimento dell’Anno Santo non fu consentito dalle vicende della Repubblica Romana e del temporaneo esilio di Pio IX.
Lo stesso pontefice poté però indire quello del 1875, privato delle cerimonie di apertura e di chiusura della Porta Santa a causa dell’occupazione di Roma da parte delle truppe di Vittorio Emanuele II.



