Ricordando suor Maria Elisabetta della Trinità

Carissima suor Maria Elisabetta, è giunta anche per te la chiamata dello Sposo e l’invito alle “nozze”.
E anche se il fisico era appesantito e come estraniato da quanto lo circondava, la tua anima era desta e il sì, l’ultimo, è stato pieno, deciso, ardente, appassionato, secondo il tuo stile e il tuo carattere.

Teresa, questo il nome ricevuto al Battesimo, nasce a Scanzorosciate (BG) il 5 maggio 1927, ma poi con la famiglia si trasferisce a Gorno, piccolo paese di montagna sempre in provincia di Bergamo, dove trascorre la sua infanzia e adolescenza.
L’ambiente familiare che la accoglie è segnato da profondi valori di fede, di operosità e di relazioni semplici.
Teresa si impegna in parrocchia, partecipa all’azione cattolica.
Coltiva belle amicizie con delle giovani, alcune delle quali la seguiranno nella vita religiosa.

 

Nel 1947, a vent’anni lascia la famiglia e inizia il cammino formativo entrando in Postulato tra le Figlie della Sapienza, che aveva avuto modo di frequentare perché da tempo le suore erano presenti nella scuola materna del paese.
Il 2 febbraio 1948 entra in noviziato e l’anno seguente fa la prima professione prendendo il nome di suor Maria Elisabetta della Trinità.
Il 2 febbraio 1954 fa la professione perpetua.

 

Dopo la prima professione, troviamo suor Maria Elisabetta a Bergamo, studente all’Istituto Magistrale dove consegue l’abilitazione all’insegnamento nella scuola elementare.

 

Ottenuto il diploma, è inviata a Roma, nella Clinica del Corso d’Italia, come economa e segretaria del prof. Strampelli famoso chirurgo oculista.
Vi rimarrà per 14 anni.
Nei suoi ricordi tornava spesso a questo periodo della sua vita che leggeva come un duro tirocinio e una ricca esperienza umana.

 

Nel 1966 è a Viagrande (CT) in un grande istituto per bambini che soffrono a causa di disagi familiari.
Qui, suor Maria Elisabetta ha modo di esprimere tutte le sue doti di relazione affettuosa e ferma sia verso le consorelle di cui è Superiora, sia verso i bambini di cui si prende cura con sollecitudine.

 

Dopo due anni, nel 1968, è chiamata a Torino – Casa provinciale per assumere il servizio dell’Economato provinciale.
14 anni di impegno attivo, faticoso, di attenzione e ricerca di collaborazione per rispondere alle molte necessità della Provincia, in anni in cui le risorse economiche non erano adeguate alle richieste.
Durante questi anni partecipa a diversi corsi per econome per adeguare le conoscenze ai tempi e sostenere l’intraprendenza e le doti naturali che non le mancavano.

 

Nel 1982 arriva a Valperga come Superiora della comunità e responsabile della struttura.
Anche qui suor Maria Elisabetta ha modo di esprimere la ricchezza della sua umanità e capacità di relazione, come pure il suo senso del bello e dell’arte di cui è prova il restauro del Castello di Valperga.
Sono anni per lei molto ricchi, a cui negli anni successivi amava sempre riandare con una punta di nostalgia, pur vivendo pienamente l’obbedienza che le veniva richiesta.
Non per caso è tornata con gioia a Valperga a vivere i suoi ultimi anni.

 

Nel 1998 la troviamo a Clusone, come Superiora.
Un ambiente diverso, più giovanile, perché molti giovani frequentano la scuola e riempiono la casa della loro vitalità.

 

Dopo 9 anni di servizio, nel 2007 suor Maria Elisabetta approda a Valperga, ultima tappa del suo percorso terreno, certamente il più doloroso, dove è richiesto, per legge di natura, lo spogliamento radicale.
I primi anni, con gioia, accompagnava le persone a visitare il castello di cui conosceva ogni angolo, poi, gradualmente, le forze sono venute meno e il silenzio e la preghiera sono divenute la sua unica compagnia.
E qui il Signore è venuto a chiamarla!

 

Carissima suor Maria Elisabetta, oggi siamo qui a darti l’ultimo saluto, a dirti “arrivederci”, ma soprattutto a cogliere il messaggio che ci lasci con la tua vita e a dirti grazie perché:

  • hai vissuto un forte senso di appartenenza alla comunità, alla Provincia e alla Congregazione. Nulla di quanto proveniva dai Superiori passava inosservato;
  • hai amato la Chiesa e questo amore l’hai espresso nell’accoglienza dei sacerdoti, nell’attenzione ai testi ecclesiali e diocesani che sapevi commentare e presentare alla comunità;
  • hai espresso un amore spiccato, una vera passione per la Parola di Dio. Hai sollecitato l’avvio della Lectio Divina in Provincia;
  • hai saputo unire un’intensa vita di preghiera a una grande attività;
  • eri dotata di un carattere forte, capace di imporsi, ma sapevi chiedere scusa per ricostruire i rapporti fraterni;
  • in un tempo di benessere, personalmente hai saputo vivere poveramente.

 

Diciamo un grazie riconoscente a Dio per la tua lunga vita (quasi 88 anni), per averti fatto camminare con noi, per averci fatto sperimentare la riconciliazione e la comunione.
Ti affidiamo a Dio, Padre misericordioso, perché nella sua bontà infinita ti faccia dono da subito della pienezza della sua Vita.
Siamo vicine con la preghiera e l’affetto a tua sorella, a tuo fratello e a tutti i tuoi parenti e amici.
Dal Paradiso continua a proteggerli e a guidarli nel loro cammino.

Tu ricordati di noi, della Provincia e della Congregazione, intercedi per tutti e il dono della Sapienza per guardare il passato con gratitudine, vivere il presente con passione, abbracciare il futuro con speranza, come ci augura Papa Francesco in questo anno della Vita consacrata.

Hai tanto amato i giovani e hai intensamente chiesto il dono di vocazioni, continua a intercederlo per tutta la Chiesa.

Suor Maria Elisabetta, ciao.
Valperga, 23 gennaio 2015