“Vide e credette”

Nell’immagine:
Eugène Burnand.
I discepoli Pietro e Giovanni accorrono al sepolcro la mattina della Resurrezione, 1898.
Musée d’Orsay, Parigi.

 

Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Uscì allora Simon Pietro insieme all’altro discepolo, e si recarono al sepolcro.
Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.
Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra,
e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 20,1-9.

 

Una tomba vuota!

Nel vangelo di Pasqua ci viene raccontato di due discepoli, entrambi davanti al sepolcro di Gesù, vuoto; uno “vide e credette!”, l’altro non ancora …

Credere!
Un verbo non facile da coniugare nella vita di ogni giorno; credere a chi, in che cosa?

In questo giorno santo siamo tutti posti di fronte al cuore della nostra fede; credere che Gesù non è più in potere della morte! E’ vivo per sempre.

Credere che una tomba vuota parli non di paure, ma di vita. Come può una tomba vuota suscitare la fede in un avvenimento tanto difficile da credere?

Il cuore era vuoto di certezze, ma ricco del cammino fatto con Gesù in quei tre anni. Giovanni e gli altri apostoli avevano il cuore pieno dell’esperienza che avevano fatto con Gesù e della sua parola. Immagino che in quell’ attimo, alla visione della tomba vuota, nella mente di Giovanni, siano passati tutti insieme i tre anni trascorsi con Gesù, i colloqui fatti, gli avvenimenti di cui era stato testimone.

Tanto è bastato, credo, per far nascere in Lui la certezza della risurrezione. La tomba era vuota, ma il cuore era pieno di una presenza! E la speranza si riaccese immediatamente!

Oggi abbiamo spesso il cuore vuoto e sembra più difficile arrivare a questa fede, che produce speranza nuova. Perché è innegabile che viviamo un tempo di disillusione e di amarezza. Avevamo riposto certezze in cose ci hanno deluso (ideologie, economia, tecnica ecc) e viviamo nell’ incertezza e nel timore per il futuro.

Siamo in deficit non solo di danaro, ma soprattutto di SPERANZA.

La stessa situazione di Pietro prima della fede pasquale a cui è arrivato. Con che cosa riempiamo i nostri cuori, davanti al vuoto che c’è intorno a noi? Ho l’impressione che tentiamo di riempirli con tanti surrogati e sciocchezze che ci lasceranno ancora più amarezza e disperazione.

La Pasqua celebra la VITA RISORTA di CRISTO, che ci viene comunicata in abbondanza. Attingiamo a questa realtà a piene mani. Gesù vuole darci tutta la ricchezza della sua vita.

La nostra Pasqua diventi solidarietà e comunione con tutte le famiglie della parrocchia, specialmente con quelle famiglie provate dal dolore, dalla malattia, da difficoltà economiche, dalla perdita del lavoro.

 

Buona Pasqua

Buona Pasqua a tutti i bambini, sia la festa della gioia, dell’innocenza.

Buona Pasqua ai giovani, agli adolescenti: l’incontro con Gesù vi renda capaci di osare, sognare, di guardare in alto e non limitarvi alle monotonie di ogni giorno.

Buona Pasqua ai genitori: che sappiano valorizzare il bene presente nei figli, senza cedere mai al permissivismo, ma chiedere con amore cose grandi.

Buona Pasqua agli sposi: ditevi ancora una volta “io credo in te” ti amo.

Buona Pasqua ai nonni, agli anziani: dentro la vostra vita c’è una grande sorpresa, più bella delle sorprese delle uova di pasqua, c’è la ricchezza della vostra vita, la saggezza, la sapienza, mostratele a tutti, ma che siano accompagnate dalla bontà.

Buona Pasqua ai catechisti, agli animatori, agli educatori: la vostra opera è preziosa ed indispensabile, ma operate sempre con umiltà, con amore ricordando, come nel vangelo si dice ”loro devono crescere e noi diminuire”.

Buona Pasqua a tutti i volontari della nostra parrocchia, che si offrono nei vari periodi dell’anno per vari servizi. Il vostro esempio trascini altre persone, specialmente i giovani.

Buona Pasqua a tutti, anche a coloro che ci guardano da lontano o che noi li guardiamo da lontano. Cada il muro o la pietra delle nostre distanze. Nella nostra Pasqua ricordiamo tutti coloro che pagano con la vita il fatto di essere cristiani, coloro che sono discriminati per causa della fede in Cristo, i tantissimi perseguitati.

 

Il Signore è risorto

Nella corsa del mattino di Pasqua delle donne, di Pietro e Giovanni ci è regalata una bellissima immagine della Chiesa: siamo quelli che sanno aspettarsi, perché abbiamo ritmi diversi.

La fede nel Risorto è un’esperienza che si consuma insieme, mai da soli.

È una corsa dove qualcuno arriva prima, ma ha la pazienza di aspettare l’altro.

Allora coraggio, amici, il Signore è risorto!

Questo è il grande annuncio!

Siamo discepoli di un Dio vivo e come sarebbe bello se questa gioia (almeno un po’…) riempisse davvero le nostre liturgie, i nostri incontri.

Il Signore è risorto proprio per tutti!

E’ Risorto per chi si sente abbandonato da tutti, per chi non riesce a riprendere tra le mani la sua vita, per chi da anni si prendi cura di suo figlio malato.

E’ risorto per chi dopo mesi di tentennamenti ha preso una decisione importante, per chi fa Pasqua lontano dalla famiglia e per chi una famiglia non ce l’ha più.

E’ risorto per chi non cerca mai Dio e oggi è qui davanti a Lui, perché non sa che Gesù è vivo e non si scorderà mai di lui.

 

Buona Pasqua, amici!
pp. Angelo, Aldo, Francesco.